Posturale training

La postura è uno dei concetti più utilizzati nell’ambito delle scienze motorie. Ho provato quindi a sintetizzarne il concetto, anche per meglio comprendere quali sono i reali obiettivi di quella che viene chiamata “ginnastica posturale”.

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Come postura si intende la posizione del corpo nello spazio in un dato momento e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei. Si deduce che la valutazione della postura di un individuo deve considerare tutti i termini di paragone citati in questa definizione.

La corretta postura altro non è che la posizione più idonea del nostro corpo nello spazio per attuare le funzioni antigravitarie con il minor dispendio energetico sia in situazione dinamica che in statica; ad essa vengono a concorrere vari fattori (neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali).

In base a ciò la postura dell’uomo è in costante e progressiva modificazione. I fattori precedentemente elencati incidono a livello muscolare determinando un aumento dello stato di contrazione che si aggiunge al tono basale preesistente. Questo permanente stato di eccitazione con il passare del tempo crea stati di accorciamento muscolare permanente, tecnicamente definiti retrazione muscolare. La retrazione muscolare è reversibile solo attraverso tecniche di fibrolisi del tessuto connettivale che avvolge i muscoli e con applicazioni di stretching globale attivo.

Gli effetti della retrazione muscolare si manifestano a livello articolare sotto forma di compressione, rotazione assiale e traslazione, determinando modificazioni della struttura scheletrica (scoliosi, iperlordosi, ipercifosi, valgismo e varismo delle ginocchia, ecc…).

L’obiettivo della ginnastica posturale è quindi quello di stimolare il corpo, con i suoi complessi meccanismi di regolazione, a ritrovare l’equilibrio più funzionale in relazione alla sua composizione fisica e agli stimoli esterni.

Come per la valutazione della postura, anche le attività proposte con l’obiettivo delle rieducazione posturale, devono comprendere una visione globale dell’individuo e dell’ambiente esterno che lo circonda. Un approccio segmentario avrà solo l’effetto di indurre ulteriori adattamenti, spostando il “problema” senza risolverlo.

Una profonda conoscenza degli esercizi proposti e degli adattamenti indotti, è il presupposto necessario per individuare il percorso preventivo e rieducativo più indicato in ogni singolo caso.

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